20 settembre 2005

No pain? No Gain!

Ora vediamo come alcune incursioni di artisti nel mondo dei videogiochi abbiano creato degenerazioni “stimolanti” …
I quel di Colonia due game designer, Tilman Reiff e Volker Morawe, hanno creato un coin-up particolare il Painstation (parafrasando il celebre marchio Sony© Playstation©) http://www.painstation.de
In cosa consiste questo cabinato.
Il gioco è un’interpretazione del vetusto Pong dove due giocatori, obbligatoriamente DUE giocatori, si fronteggiano e si sfidano a questo antesignano tennis elettronico.
Dov’è la novità?
Con una mano i due giocatori impugnano il classico Joypad, mentre l’altra è collegata ad una serie di stimolatori che andranno a punire il giocatore con delle scosse elettriche tanto più lunghe e intense quanto è stato l’errore nel gioco dal calore intenso all’elettroshock. (anche qui si può parlare di sinestesia…)
Il Game Over c’è quando uno dei due concorrenti abbandona il gioco perché ha esaurito la resistenza e la capacità di sopportazione del dolore (e non come avviene di solito per sconfitta ludica).
Se credete che questa sia un’idiozia guardate la foto delle mani ustionate dei giocatori, che pur di non perdere resistevano alle bruciature (quasi stigmate) per non ritirarsi.

Reiff e Morawe hanno realizzato Painstation per spirito di provocazione e non hanno il minimo interesse a commercializzarla su larga scala.
Nato come progetto presso l’Academy of Media Arts, di Colonia, Painstation è diventato presto un oggetto di culto.

Paolo

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Bhè penso che anche se lo avessero commercilizzato ci sarebbe comunque stato qualcuno disposto a comprarlo, però sinceramente... che attrattiva ha un gioco in cui devi pure soffrire????? Forse i sadomaso ne trarrebbero un uso proficuo...

21 settembre, 2005 17:26  

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