20 settembre 2005

Un piccolo passo per Müller... un grande passo per i nuovi media.

Un piccolo passo per Müller... un grande passo per i nuovi media.
Non potevo esimermi..
Venerdì 9 settembre è avvenuto un ulteriore passo in avanti “epocale” per i nuovi media.
La direzione artistica della Biennale ha deciso di dare il Leone d’Oro alla carriera a Hayao Miyazaki.
Molti di voi, troppi purtroppo, non sanno neanche chi sia…
Seppur incosciamente quasi tutti hanno visto qualcosa di questo regista, chi forse non ricorda HEIDI, Conan il ragazzo del futuro o Lupin III° (nella fattispecie la prima serie quella, per intendersi dove il ladro indossava la giacca verde e guidava allegramente una Fiat 500 ..).
Sorpresi? Come dite? “Come hanno potuto dare un così prestigioso premio ad un creatore di Cartoni Animati?”.
Citando a memoria le parole di Müller nel cappello introduttivo alla premiazione:
“chiedete a chi volete, vi risponderà in inglese, in francese, in tedesco, in italiano… Miyazaki è DIO!”
Ora capisco che può essere esagerato e blasfemo, ma serve a dare la portata del personaggio (che tra l’altro ha vinto anche l’Oscar nonché l’Orso di Berlino).
Non sarò qui a parlare del perché Miyazaki abbia meritato questo premio, anche perché non è il mio argomento (vi rimando qui).
Sono qui per parlarvi dell’effetto che potrebbe avere questo premio nel mondo dei nuovi media.
Il riconoscimento ufficiale al Maestro Miyazaki è l’attestato che anche forme di comunicazione minori, quali i “cartoni animati”, se ben utilizzati, posso essere usati per dare messaggi a sfondo sociale non ovvi e banali; come a aggiunto Müller: “basta chiamare cinema di animazione le opere di Miyazaki, le sue opere sono CINEMA”.
Al contrario dei cartoni della Disney, il messaggio di Hayao non è mai banale e i suoi personaggi non sono mai o buoni o cattivi. La caratterizzazione è curata e particolareggiate, le storie aperte a diverse interpretazioni, il messaggio (soprattutto quello legato alla natura e all’inquinamento) diretto ed incisivo come un atto d’accusa (uno dei suoi capolavori, Nausicca e la valle del vento, si fregia del logo del WWF!).
A quando un’onorificenza del genere anche ai videogiochi oppure ai fumetti?
Paolo