05 gennaio 2006

e adesso qualcosa di completamente diverso..

Alex Garland - L’ultima spiaggia - The Beach (1997)
Il Game Over è la cosa che preferisco dei videogiochi. O meglio. E’ il brevissimo intervallo di tempo che precede il Game Over che mi affascina. […] Quando cioè il giocatore comprende che sta per morire. Ognuno reagisce in modo diverso. Alcuni bestemmiano e si arrabbiano. Altri singhiozzano o restano senza fiato. Altri ancora gridano. Da quando ho cominciato a giocare, dodici anni fa, ne ho sentita di urla.”

Viktor Pelevin, - Il Principe del Gosplan (Prince of Persia)
È già più di un anno che corri nel labirinto,” continuò Petjia “ma ti sei mai chiesto se è reale o no?”
Chi?”
Il labirinto
Vuoi dire se esiste o no?”
Si
Saša ci rifletté un po’ sopra.
Magari esiste. O sarebbe più preciso dire che esiste nella misura in cui esiste il principe. Poiché il labirinto esiste solo per lui.”
Per essere più precisi fino in fondo,” disse Petja “sia il labirinto sia la figurina esistono solo per chi guarda lo schermo del monitor.”
“Già. Perché?”

Perché sia il labirinto, sia la figurina possono mostrarci solo in lui. Come pure lo schermo, d’altronde.”.

James G. Ballard
Ci sono questi ragazzini che giocano a Street Fighter II, 7, 8, 9 anni, che poi passano a videogiochi più avanzati... non riusciranno mai a leggere un racconto. Penso che ci sarà sempre un pubblico per i racconti scritti, ma la maggior parte dei romanzi verranno adattati alla Realtà Virtuale ne sono sicuro. Probabilmente il romanzo come lo conosciamo oggi diventerà una curiosità da specialista”.

Henry Jenkins
I videogiochi sono arte. Un’arte popolare. Un’arte emergente. Un’arte largamente incompresa. In ogni caso, arte”.

Scully, da “First Person Shooter”, The X-Files
I videogiochi? Una valvola di sfogo per maschi immaturi, asociali e dall’alto livello di testosterone

Marcel Duchamp
Non tutti gli artisti sono giocatori di scacchi, ma tutti i giocatori di scacchi sono artisti

Videogioco in romanzo
La pratica di tradurre in romanzo i videogiochi più popolari sta diventando sempre più diffusa. Dopo la “novelizzazione” (traduzione letterale dell’inglese “novelization” che si riferisce al processo di traduzione in forma narrativa di un film o videogioco) di Final Fantasy ad opera di Dean Wesley Smith (2001), Stephanie Danelle Perry ha firmato i sei volumi tratti da Resident Evil, il survival horror per antonomasia. Nel frattempo, la casa editrice americana Ballatine Books ha stretto un accordo con la Del Ray Book, un’etichetta specializzata in romanzi di fantascienza, che prevede la pubblicazione di una serie di romanzi basati sui più popolari giochi per Xbox. I primi titoli previsti sono il seguito di Halo: Fall of Reach di Eric Nylund, la novellizzazione di The Unseen e di Crimson Skies. Il videogioco, inizialmente considerato una forma deteriore, impura di letteratura, diventa, paradossalmente, la sorgente primaria del romanzo. Una letteratura popolare, certo. Ma pur sempre letteratura.”

“Gli “sconfinamenti” videoludici negli ambiti della cultura e dell’arte sono così numerosi e significativi da rendere necessaria un’analisi sistematica e approfondita…… Il punto di arrivo della nostra breve perlustrazione rappresenta allora il punto di partenza per un nuovo viaggio nei territori del videogioco. Dove ci porteranno i suoi “sconfina- menti”? In altre parole, dove comincia il videogioco? Dove finisce? Ma, soprattutto, finisce?”


N.d.A.: Le citazioni e le esposizioni sono tratti da “Per una cultura del videogame. Teorie e prassi del videogiocare” (Unicopli, 2002) a cura di Matteo Bittanti

1 Comments:

Blogger Roberto Blarasin said...

Sono convinto che il videogioco meriti il nome di nuovomedia e, quindi, un pensiero critico maturo. Sono convinto che tu, Paolo, saresti una delle persone migliori per portare avanti questo argomento.

06 gennaio, 2006 18:47  

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